
Innanzitutto spieghiamo bene di cosa si tratta: i segnali telefonici viaggiano per mezzo di onde elettromagnetiche, che possono essere più lunghe o più corte a seconda della frequenza usata.
Più un’onda è corta e più dati riesce a trasmettere, anche se a breve distanza.
Più un’onda è corta e più aumenta la frequenza (cioè il numero di onde per secondo), e aumenta in proporzione anche la sua penetrazione a breve distanza.
Le onde del 5G sono onde cortissime (millimetriche, fino a 26 GHz) e dovrebbero servire a mettere in comunicazione un numero enorme di apparecchi elettronici: se finora in casa abbiamo collegato a internet solo il computer e il cellulare, presto potremmo avere non solo tutti gli elettrodomestici collegati a internet, ma anche le utenze (contatori di gas, luce e acqua), i sistemi di allarme, impianti di illuminazione e riscaldamento, perfino le tapparelle e le serrature delle porte: tutto in rete e tutto coordinato da un computer.
Riuscite a immaginarvi una casa come questa? Bene. Ora immaginatevi se tutti questi impianti
fossero controllati a distanza da qualcuno che non siete voi.
A questo punto la domanda sorge spontanea: vi serve davvero una casa dove il forno parla col frigo, con la banca e col supermercato? Una casa dove se si guasta un computer da qualche parte in Cina o nella Silicon Valley voi rimanete fuori dalla porta?
Una casa dove un governo o un gestore possono staccarvi l’acqua, il gas o la luce semplicemente con un click?
Informatevi bene prima di dire che è fantascienza. Magari alcuni di voi hanno già in casa “Alexa”
o qualche altra centralina di controllo. Questo è quello che chiamano “domotica”, quella che chiamano “smart home”: una cosa che vendono come progresso ma che in realtà serve solo ad aumentare le possibilità di controllo sulla popolazione. La maggior parte di voi si è sicuramente fatta installare il contatore “intelligente” per l’energia elettrica: questo contatore è controllato da remoto tramite il 5G e si può inserire nella rete IoT (Internet of Things, internet delle cose, appunto)
E ora parliamo un po’ delle conseguenze sulla salute.
il 5G si serve di inesplorate radiofrequenze prive di studi preliminari sul rischio per la salute della popolazione che si troverebbe esposta alle irradiazioni di ubiquitari campi elettromagnetici a microonde millimetriche da antenne installate sui lampioni della luce, nei tombini dei marciapiedi, sui balconi dei palazzi e persino dentro le case, oltre che col Wi-Fi dallo spazio da satelliti in orbita e droni nel cielo per coprire il 98% del territorio nazionale di radiofrequenze e servire il 99% della popolazione con il wireless di quinta generazione.
Milioni di nuove mini-antenne che inevitabilmente andranno a sommarsi alle già esistenti circa 70 mila Stazioni Radio Base per telefonia mobile 2G, 3G, 4G e alle decine di migliaia di Wi-Fi pubblici attivi.
Ciò comporterà un’esposizione massiccia della popolazione all’inquinamento elettromagnetico ed è stato preannunciato un innalzamento delle soglie limite per i valori di irradiazione, dalla cautelativa media attuale dei 6 V/m, fino a 61 V/m (ovvero, in fisica, 110 volte più di oggi!).
Le onde del 5G possono arrivare a penetrare fino a 1 cm. sotto la pelle, raggiungendo quindi vasi
sanguigni, muscoli, nervi, tendini.
La diffusione dei cellulari e la loro pretesa innocuità è stata largamente contraddetta da recenti
dati scientifici e sono i tumori cerebrali quelli che più appaiono correlati all’esposizione a telefoni cellulari e cordless. I tumori cerebrali registrano ovunque un aumento, specie nelle fasce di età più giovani: una indagine condotta sui tumori cerebrali insorti nella popolazione svedese dal 1998 al 2015 ha evidenziato un incremento medio percentuale annuo del 2.06%, con un picco fra 20 e 39 anni e questo incremento viene messo dagli Autori in relazione all’espansione della telefonia mobile (Hardell & Carlberg, 2017).
Varie meta-analisi recenti segnalano un aumento significativo del rischio di tumori cerebrali e in
particolare del glioma con uso a lungo termine (Hardell et al., 2103; Wang et al., 2016; Yang et al., 2017, Bortkiewicz et al., 2017; Prasad et al., 2017).
È stata dimostrata una chiara evidenza di cancerogenicità delle radiazioni dei telefoni cellulari anche per i tumori del cuore e un’associazione significativa con i tumori del pancreas e delle ghiandole surrenali (National Toxicology Program, 2018)
Pensavamo che a Grimaldi non sarebbe arrivato il 5G. Dicevamo “non investiranno mai per mettere il 5G qui: siamo pochi, la zona è impervia, non ne vale la pena”. Invece ci sbagliavamo. Proprio due giovedi fa WIND-TRE ha iniziato i lavori per installare i ripetitori del 5G in località Torre, sopra a villa Voronoff.
Gli ultimi due governi (Conte e Draghi) hanno praticamente eliminato la possibilità di opporsi a questo genere di installazioni, soprattutto per i sindaci, tuttavia ci sono ancora molte cose che possiamo fare come liberi cittadini.
Noi pensiamo che a Grimaldi il 5G non serve a nessuno e farà solo danni. Se anche voi siete
d’accordo aiutateci a fermarlo. Da parte nostra abbiamo già deciso di finanziare la misurazione dei livelli di inquinamento elettromagnetico da parte di ARPA Liguria e abbiamo fatto una richiesta di documentazione presso il comune di Ventimiglia per conoscere lo stato attuale. Vi terremo aggiornati, ma soprattutto abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a portare avanti questa nuova vertenza. Contattateci alla mail terredigrimaldi@gmail.com.